Yerevan, o Erevan, è la capitale dell’Armenia, un paese duro e selvaggio incastonato tra le montagne del Caucaso Minore. Un paese racchiuso tra un dedalo di fiumi e laghi, la cui storia è travagliata, segnata da continue invasioni e conquiste fino al funesto capitolo del Genocidio armeno, perpetrato dall’Impero Ottomano tra il 1915 e il 1916. La nazione è diventata poi parte dell’Unione Sovietica e ha riconquistato l’indipendenza solo nel 1991.
Erevan è caratterizzata dalla sontuosa architettura dell’epoca sovietica. È una città moderna dotata di ogni comfort in stile “occidentale”. Una città dove si parla e si scrive armeno; una capitale che può sembrare lontana e misteriosa, ma in realtà è una città molto facile da vivere e ben organizzata.
Everan è una capitale che ha un suo fascino. Si trova a quasi mille metri di altitudine ed è attraversata dal fiume Hrazdan. La sua fondazione risale al 782 a.C., anno in cui venne costruita la Fortezza Eebuni, i cui resti archeologici sono ancora oggetto di studi. L’intera pianta della città fu riprogettata in era sovietica , dall’architetto armeno Alexande Tamanian. La moderna Erevan ha una pianta circolare e per visitarla l’ideale è partire dal centro del cerchio: Piazza della Repubblica.
Piazza della Repubblica, sulla quale si affacciano le sedi di alcune delle istituzioni del paese come il Ministero della Comunicazioni e il Palazzo del Governo, è impreziosita dalle coreografie di getti d’acqua e luci della Fontana Musicale. Non lontano dal centro si trova la Cattedrale di San Gregorio Illuminatore: la più grande chiesa armena del mondo.
A pochi passi dalla Cattedrale c’è la Moschea Blu, l’unica in tutta la città. Erevan è una città nella quale si uniscono non solo il vecchio e il nuovo, ma anche le religioni. Percorrendo Hyusisayin Poghota, la strada dei negozi e locali più famosi di Erevan, si giunge al Teatro dell’Opera, costruito negli anni Trenta.
Meta imperdibile di Erevan è poi il complesso Cascade: un’immensa scalinata in marmo che collega la città con la collina adiacente. All’inizio della scalinata c’è la famosa scultura “Gatto” di Botero, la prima opera dell’esposizione a cielo aperto che si snoda su tutta la scalinata e prende il nome di Museo Cafesjian.
Una visita va riservata al Memoriale del Genocidio armeno, appena fuori dal centro di Yerevan, e alla fabbrica del brandy Ararat: il famoso liquore di cui furono estimatori Stalin e Churchill.
Bucarest, cosa vedere in un weekend a spasso nella ‘Petit Paris’