Il 50 per cento degli italiani che pianificano un viaggio cerca mete eco-friendly che non danneggino l’ambiente. Ad affermarlo è uno studio condotto da Fondazione UniVerde sul “turismo sostenibile ed ecoturismo”, che mostra un’Italia sempre più sensibile al tema della salvaguardia ambientale e che opta per un turismo alleato nella conservazione della natura. Ecco una lista delle 5 mete del turismo green, in Italia, Europa e nel resto del mondo, che vale la pena tenere in considerazione se si ama questo tipo di viaggi.
1. Copenaghen, Danimarca
In fatto di ecosostenibilità, Copenaghen vanta il primato ad occhi chiusi da anni. Nominata nel 2014 Capitale Verde d’Europa, si stima che entro il 2025 possa anche aggiudicarsi il titolo di prima città al mondo “carbon free”. Ecologica, creativa ed innovativa, Copenaghen ha più biciclette che persone ed è considerata uno dei paesi più vivibili (e felici) del mondo, con quarantamila ciclisti al giorno, oltre 160 chilometri di piste ciclabili, in un ambiente che respira aria pulita.
Una delle ultime iniziative della capitale danese è il Parkipelago, un vero e proprio parco diffuso sull’acqua. Si tratta di un arcipelago di isolotti artificiali, tutti ultragreen perché costruiti in legno, con alberi, erbe spontanee e piante endemiche che vi crescono sopra, raggiungibili esclusivamente via mare con windsurf, kayak o canoe.
2. Amsterdam, Olanda
Amsterdam non è solo storia e cultura, è molto altro: è futuro, è rispetto per l’ambiente, è ecosostenibilità. È anche turismo green, insomma. Al secondo posto dopo Copenaghen nella classifica delle città più ciclabilizzate, la capitale olandese è una delle città più ecologiche del pianeta. Per ridurre l’emissione di anidride carbonica, Amsterdam ha ristretto l’utilizzo degli autobus e dei taxi diesel a favore di modelli elettrici e ad emissioni zero.
Ha inoltre previsto la sostituzione dei veicoli privati più vecchi con veicoli elettrici, e promuove da tempo l’utilizzo di carburanti ecologici per le barche ed i battelli. Inoltre, ospita uno dei pochi ristoranti al mondo che ha aderito al progetto Waste to Taste di Helsinki, nato per combattere il problema degli sprechi alimentari.
3. Sardegna, Italia
La Sardegna è stata la prima ad ottenere il riconoscimento di “destinazione sostenibile d’Europa per il turismo e l’ambiente”. A certificarlo, la Commissione europea nel 2016. La zona vincitrice della meravigliosa isola italiana è la costa meridionale tra Chia e Costa Rei, meno conosciuta rispetto alle altre ma non per questo meno bella. Villasimius, Muravera, Cagliari, Pula e Domus De Maria sono le località del turismo green nel quadrilatero sardo, con tanto di spiagge bianchissime, mare cristallino, intenso profumo di mirto e tanti eventi enogastronomici.
4. Arcipelago di Palau, Micronesia
L’arcipelago di Palau nell’Oceano Pacifico, che conta circa 200 isole di origine vulcanica, sta promuovendo il turismo sostenibile negli ultimi anni con alcuni cambiamenti radicali: c’è un limite di turisti che possono visitare Palau, ai quali viene richiesto un minimo di spesa da sostenere durante il soggiorno e anche l’obbligo di impegnarsi alla salvaguardia dell’ambiente, “certificato” da un timbro apposto sul loro passaporto. Inoltre, da quest’anno, l’arcipelago di Palau ha vietato l’uso di creme solari per impedire l’inquinamento del territorio marittimo, che ad oggi vanta una delle barriere coralline più variegate (e belle) del mondo.
5. Lubiana, Slovenia
La piccola (ed imprevedibile) Lubiana è stata eletta Capitale Verde d’Europa nel 2016 perché considerata un modello di sostenibilità ambientale: in poco tempo, il connubio tra la maggiore sensibilità dei cittadini ed una serie di vincenti scelte politiche ha fatto sì che la città slovena diventasse un modello virtuoso sia per i trasporti pubblici che per l’organizzazione urbana.
Lubiana vanta più di 190 chilometri di piste ciclabili ed un servizio di bikesharing in cui la prima ora è gratuita. Particolare interesse viene mostrato verso la raccolta differenziata ed il riutilizzo di materiali riciclabili, oltre che verso la tutela delle piante: ogni cittadino si “occupa” dei bisogni di un albero del paese, a partire dall’acqua fino alla potatura.
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