L’emergenza sanitaria globale fa un’altra vittima illustre in termini di immagine e turismo: è stata cancellata la celebre Maratona di New York, prevista per domenica 1 novembre. Quella del 2020 sarebbe stata la cinquantesima edizione. Un’altra occasione mancata, dunque, per i turisti con il pallino del running. La corsa della Grande mela è da sempre una delle ‘scuse’ anche degli italiani per recarsi negli States, con o senza velleità di tagliare il traguardo della maratona più grande al mondo.

Ogni anno sono circa 50mila i runner che decidono di lanciarsi sulle strade di New York, supportati da una organizzazione che conta diecimila volontari e incalzati da un milione di ‘pigri’ spettatori lungo il percorso. Non è la prima volta che la Maratona di New York è costretta a fermarsi. È già successo nel 2002 quando la forza dell’uragano Sandy suggerì di rinunciare alla competizione. In quella occasione gli iscritti hanno ottenuto il rimborso della quota o la possibilità di ‘girarlo’ a una edizione successiva.


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Stesso destino, in questo 2020 tormentato, per la Maratona di Berlino. Per atleti, addetti ai lavori e appassionati è questa forse la delusione più grande. È nella corsa che si svolge nella città del Muro che, dal 2003, grazie al suo percorso senza pendenze, sono stati registrati tutti i primati mondiali. In ordine di tempo, l’ultimo è stato realizzato nel 2018 del keniano Eliud Kipchoge che ha ‘bruciato’ il percorso in 2 ore, un minuto e trentanove secondi.

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