“Avremo un 2021 ancora impattato dal rallentamento della propensione ad utilizzare il mezzo aereo, ma abbiamo costruito una proiezione che vede a partire dal 2022 un risultato operativo positivo, che si amplia, con una progressione che a finire, nell’arco di piano, arriva a vedere l’impiego di velivoli superiore di quello che ha attualmente al compagnia”. È la previsione del direttore generale di Alitalia, Giancarlo Zeni, durante una recente audizione alla commissione Trasporti della Camera. Si va delineando il futuro della ‘nuova’ compagnia.

Per la prima fase si lavora a una compagnia ridimensionata, più impegnata sui voli nazionali ed europei, in piena concorrenza con le low cost, con preferenza per le destinazioni turistiche. Ridotti i voli intercontinentali, senza però pregiudicare quelle rotte (si immagini Buenos Aires) che danno sempre ottimi risultati economici. Quasi certo è che Alitalia non rinuncerà neanche a New York, Boston, Los Angeles, San Paolo, Tokyo e San Francisco. Altre destinazioni, come Delhi, verrebbero sacrificate perché non redditizie.


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Stando ad anticipazioni del Corriere della sera, il piano della nuova Alitalia nasce con un margine di flessibilità e i suoi sviluppi seguiranno le evoluzioni del settore aereo di qui al marzo del 2021. In altri termini, occorre verificare come sarà l’uscita dallo stop dettato dalla pandemia e se e come cambieranno le abitudini di viaggio. Da marzo a ottobre 2021, poi, la stagione estiva, quella che garantisce maggiori ricavi.

Infine, il nodo Milano. Malpensa perderebbe il volo per Tokyo ma nessun rischio per il collegamento con New York. Linate, invece, continuerà a consolidare il suo ruolo di mini-hub per i passeggeri business da e per il Vecchio continente.

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